L’etichetta di un prodotto è come la sua carta d’identità perché si possono trovare tutte le informazioni utili per poter valutare la sua composizione (INCI), avere info sull’utilizzo e/o la sua scadenza (PAO).

Ma cos’è questo INCI???

L’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è una denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti del prodotto cosmetico.
La normativa europea obbliga i produttori di cosmetici a riportare in etichetta la composizione del prodotto.

Solo di recente questa parola è diventata di uso abbastanza comune, ma in realtà esiste dal 1997, anno in cui l’INCI è stato introdotto in Europa dalla Decisione 96/335/CE, aggiornata poi dalla Decisione 2006/257/CE, al fine di

“identificare le sostanze con la stessa denominazione in tutti gli Stati membri in modo da permettere ai consumatori di riconoscere facilmente gli ingredienti”.

È importante, per una lettura corretta, conoscere alcune regole.

  • Prima di tutto è bene sapere che l’ordine dei componenti non è casuale, ma decrescente di peso fino all’ 1%, quindi va dall’ingrediente che è presente con una maggiore quantità, via via a quello con una concentrazione più bassa; quelli inferiori all’1% generalmente sono presenti in ordine sparso nella parte finale dell’elenco, insieme all’elenco dei composti odoranti e aromatizzanti e alle loro materie prime, indicati con il termine “parfum” o “aroma”.
  • Altro fattore è il nome degli ingredienti che sono indicati con il sostantivo, generalmente in latino, con cui sono elencati nel database europea delle sostanze e ingredienti cosmetici, CosIng. Ad esempio, per le sostante chimiche sintetiche o i derivati che hanno subito variazioni chimiche il nome tecnico è indicato in inglese mentre i derivati vegetali sono indicati con il nome botanico latino della pianta di origine, eventualmente seguito dal tipo di estratto e dalla parte di pianta da cui sono ricavati (questi ultimi riportati in inglese). Esempio? L’olio di oliva lo troveremo indicato come “Olea Europaea (Olive) Fruit Oil”, l’estratto dalle foglie di olivo invece sarà: “Olea Europaea (Olive) Leaf Extract”.
  • I coloranti solitamente sono indicati alla fine degli ingredienti e vengono riportati con il nome attribuitogli da una lista internazionale che prevede un numero identificativo sempre preceduto dalla sigla “CI” (Color Index).
  • Gli ingredienti naturali provenienti da agricoltura biologica sono sempre contraddistinti da un asterisco (*).

Perché dovrei essere interessato alla lettura? Come facciamo a capire i criteri di valutazione?

L’INCI è sicuramente un valido strumento per individuare rapidamente le sostanze contenute all’interno di un prodotto e quindi poter capire e indirizzare i consumatori all’acquisto di cosmetici che contengono o meno sostanze che si vogliono evitare per scelta o per esigenze più importanti, come nei casi dei soggetti allergici e/o intolleranti.
A garanzia del consumatore intervengono anche gli enti certificatori che analizzano l’INCI alla ricerca di eventuali sostanze non ammesse dai disciplinari eco-biologici.

All’inizio vi sembrerà tutto troppo difficile da memorizzare e capire ma tranquilli, con l’esperienza diventerà più semplice individuare gli ingredienti (“buoni” e “non buoni”) al primo colpo.
Fortunatamente per aiutare i consumatori ad approcciarsi alla lettura di un INCI esistono degli strumenti molto utili, come app per cellulari, o il riferimento per eccellenza, l’intuitivo e collaudato portale del Biodizionario.
Una volta inserito il nome dell’ingrediente nel motore di ricerca, compaiono dei pallini di diverso colore che classificano il componente in base a una serie di fattori valutati per tossicità per l’uomo, sostenibilità per l’ambiente, biodegradabilità, etc.

Il giudizio viene espresso attraverso una “simbologia a semaforo”.

Benefico – Certamente innocuo
Innocuo
Da verificare (chiedere info)
Dannoso
Inaccettabile

Gli ingredienti contrassegnati con pallini rossi possono presentare una o più delle seguenti caratteristiche:
• non biodegradabile;
• ittiotossico (detto di pianta che, per la presenza di qualche composto velenoso, è usata per uccidere i pesci);
• pianta in via di estinzione;
• aggressivi/irritanti/allergizzanti per pelle o mucose;
• derivanti da animale quando questo ne comporta l’uccisione.

Gli ingredienti invece contrassegnati con pallini verdi le seguenti caratteristiche:
• biodegradabile;
• non ittiotossico;
• pianta non in via di estinzione;
• non aggressivi/irritanti/allergizzanti per pelle o mucose;
• può essere derivato di animale ma non ne comporta l’uccisione;
• Gli ingredienti contrassegnati in giallo, spesso conservanti, possono destare qualche preoccupazione ma non sono necessariamente dannosi.
Per gli ingredienti in grigio non si hanno abbastanza elementi per poterne stabilire una valutazione.

Per questo è importante imparare a riconoscere all’interno dell’INCI quali siano quelle categorie di ingredienti che non dovrebbero essere presenti in un cosmetico per il rispetto dell’ecosistema e della nostra salute:

  • Petrolati: Derivanti del petrolio e sono considerati sostanze di scarto che vengono utilizzati in cosmesi. Tra i più diffusi e “famosi” troviamo la paraffina, petrolatum, vaselina o mineral oil. Contengono sostanze dannose occlusive e a secondo del quantitativo di residui possono risultare cancerogeni.
  • Siliconi: Polimeri organici molto utilizzati per la produzione di fondotinta, prodotti per capelli e altri cosmetici perché sono versatili e resistenti ai cambiamenti di temperatura. Sono dannosi perché danno una sensazione illusoria di idratazione, morbidezza, etc.. mascherando il reale stato di salute e creando una pellicola occlusiva che impediscono la traspirazione (causando appunto irritazioni, brufoli, indebolimento di capelli, etc.). I più “famosi” sono il Dimenticone e Cyclopentasiloxane.
  • Parabeni: derivati chimici e si riconoscono facilmente dal nome dell’ingrediente che termina con “paraben“. Sono molto utilizzati perché più economici rispetto alle sue alternative organiche e spesso, essendo antibatterici, permettono di aumentare la durata del prodotto. Sonno dannosi perché sono capaci di penetrare a fondo nell’epidermide ed accumularsi, andando ad influenzare il normale funzionamento delle ghiandole.
  • Tensioattivi: gli SLS (Sodium Lauryl Sulfate) e SLES (Sodium Laureth Sulfate). Sono inquinanti per l’ambiente e irritanti per la pelle ma vengono utilizzati per il suo elevato potere schiumogeno.
  • PEG: acronimo di “Poli Etilene Glicole” e fa riferimento a derivati del petrolio utilizzati nei cosmetici come emulsionanti. La sigla PEG è sempre seguita da un numero che più è alto e più è elevata la possibilità che contenga residui di produzione tossica.
  • Sali di alluminio: anti traspiranti e vengono impiegati nei deodoranti.

In conclusione

La composizione INCI viene scritta partendo dall’ingrediente presente in quantità maggiore fino a quello minore. Se trovate, dunque, un ingrediente contrassegnato dal colore rosso all’inizio della lista “è grave”, molto meno se si trova in fondo alla lista.
Infine bisogna valutarne anche l’insieme, ovvero una formulazione può anche essere del tutto verde, ma se contiene mille piante, magari diventa a rischio allergizzante. Se la formulazione non è costruita in modo armonico e con criteri scientifici, non sarà ugualmente efficace. Per questi motivi i commenti/recensioni degli utenti sono molto importanti per avere una conoscenza più approfondita del prodotto.

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